Transizione energetica
L’Europa ha già fatto molta strada nella lotta al cambiamento climatico ma altrettanta ne resta da fare. Oggi nel Vecchio Continente circa il 20% dell’energia utilizzata proviene da fonti rinnovabili e questa quota continua a crescere, dando il proprio determinante contributo alla riduzione delle emissioni nocive. Le rinnovabili sono però solo uno dei pilastri della strategia green: le reti di trasmissione sono altrettanto importanti, così come i sistemi per immagazzinare l’energia prodotta. Le batterie delle auto elettriche ne sono il miglior esempio. In una sfida così complessa, lunga e costosa l’idrogeno verde ha tutte le carte in regola per dare un enorme contributo alla tutela della terra su cui viviamo e non stupisce che rappresenti uno dei capitoli centrali del Next Generation EU, il piano che Ursula von der Leyen ha posto come linea guida del proprio mandato a capo della Commissione Europea. Tanto è vero che dei 191,5 miliardi di euro riservati all’Italia ben 3,19 miliardi sono stati destinati alla “produzione, distribuzione e usi finali dell’idrogeno”.
Gli obiettivi ue di riduzione delle emissioni
L’obiettivo attuale di Bruxelles è quello di ridurre le emissioni nocive entro il 2030 del 40% rispetto ai livelli del 1990. A questo traguardo se ne aggiungono poi altri due che sono funzionali al primo: sempre entro il 2030 la quota ricavata da energie rinnovabili dovrebbe raggiungere il 32% del totale e l’efficienza energetica degli Stati membri migliorare almeno del 32,5%. Presto però questi target potrebbero risultare superati. La Commissione Europea ha infatti allo studio una proposta, che verrà presentata nel giugno di quest’anno, per portare la riduzione delle emissioni rispetto al 1990 al 50-55% entro il 2050. Una programmazione trentennale molto ambiziosa, che ha necessariamente bisogno del prezioso contributo dell’idrogeno.
Anche a livello di singoli settori esistono obiettivi per raggiungere i quali sarà necessario un grande sforzo collettivo e che vedrà l’idrogeno tra i fattori in grado di determinare il successo. Diversi Paesi, per esempio, hanno già stabilito entro quale data le auto con i motori a combustione dovranno essere messi al bando. Norvegia e Olanda prevedono di farlo entro il 2025, Svezia, Danimarca e Germania entro il 2030.
Anche a livello di singoli settori esistono obiettivi per raggiungere i quali sarà necessario un grande sforzo collettivo e che vedrà l’idrogeno tra i fattori in grado di determinare il successo. Diversi Paesi, per esempio, hanno già stabilito entro quale data le auto con i motori a combustione dovranno essere messi al bando. Norvegia e Olanda prevedono di farlo entro il 2025, Svezia, Danimarca e Germania entro il 2030.
L’idrogeno, un prezioso alleato dell’industria automobilistica
Le auto elettriche stanno prendendo il posto di benzina e diesel, ma ancora una volta potrebbe essere l’idrogeno a far sì che l’obiettivo venga raggiunto. Le sue caratteristiche lo rendono infatti particolarmente adatto anche a un impiego nei mezzi di trasporto: è leggero, più facilmente immagazzinabile a lungo termine rispetto all’energia elettrica, reattivo, ad alto contenuto di energia per unità di massa e può essere facilmente prodotto su scala industriale.
Se l’uomo vuole dunque veramente arrestare il drammatico aumento delle temperature, l’idrogeno deve giocare un ruolo primario in questa sfida per la sopravvivenza.
Se l’uomo vuole dunque veramente arrestare il drammatico aumento delle temperature, l’idrogeno deve giocare un ruolo primario in questa sfida per la sopravvivenza.